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Spiagge ai tempi del Coronavirus, architetti a caccia di visibilità: il lettino a conchiglia

Prima le gabbie in plexiglass, poi le cupole in bamboo con tanto di docce interne. Due proposte, per la prima estate dopo il coronavirus, che non convincono a pieno il Comune di Roma e gli imprenditori balneari che, per evitare i contagi, stanno pensando ad una idea che consentirebbe l’accesso al mare “sulla base di turni, con i posti che si potrebbero prenotare on line, con app o anche in alcuni totem presenti nei vari municipi della Capitale”.

Resta però il nodo di come garantire le distanze di sicurezza. Sui social ognuno ha la sua idea e sono tanti gli architetti che, restando in tema mare, vogliono cavalcare l’onda. L’ultimo, in ordine di tempo, è Valerio Ventura che a RomaToday ha voluto mandare la sua proposta: il lettino a conchiglia.

“L’idea nasce dalla volontà di accogliere e proteggere gli utenti balneari senza rinunciare alla libertà in vista dell’estate. – spiega – Installate su ogni lettino, debitamente disposti a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, le coperture in tela, di forma sferica e al posto del parasole, possono essere una protezione in più per affrontare l’estate del coronavirus”.

L’idea dell’architetto romano Valerio Ventura è quella di usare ciò “che abbiamo a disposizione senza partire da zero”, in questo caso i lettini prendisole sono “riadattati per proteggere dal sole e non solo”.

“Le coperture sono leggere e flessibili grazie al telaio in alluminio. Resistenti e confortevoli grazie al rivestimento in tela. Il design richiama la forma di una conchiglia e le dimensioni variano in base alla tipologia di lettino. – sottolinea – Lavabili e facili da installare, possono essere regolate in qualsiasi posizione di seduta”. Poi c’è la chicca: “un grande oblò centrale permetterà di osservare il mare”.

“A livello pratico possono essere fabbricate facilmente ad un basso costo e gli imprenditori balneari che vorranno utilizzarle non dovranno aver timore di montarle perché sarà semplice e veloce”, conclude l’architetto Ventura che racconta come la sua sia una “risposta smart, sostenibile ed ampiamente applicabile”.

I dubbi, però, restano. Il lettino è ad uso personale, quindi da chi ci si vorrebbe proteggere? La conchiglia bisogna metterla solamente come protezione se si avvicina qualcuno tipo casco da palombaro oppure anche se siamo soli, con nessun altro intorno? E poi c’è l’effetto cappa.

Insomma, anche qui l’idea, seppur rispettabile, non sembra essere fattibile con gli imprenditori balneari che, secondo appreso da RomaToday, stanno pensando a soluzioni più fai-da-te con a ombrelloni e lettini distanziati fino a 3 metri e, in alcuni casi dove il lido lo permetterà, a qualche separé in tessuto per distanziare gli ombrelloni numerati.

Tutto ciò, probabilmente, comporterà poi una riduzione dei ricavi e un aumento dei costi perché con il distanziamento si perderà almeno il 50% dell’utilizzo della spiaggia e quindi di conseguenza ci sarà una contrazione degli incassi.