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Coronavirus Roma, al via allo Spallanzani il test sull’uomo del vaccino ‘made in Italy’: 90 i volontari totali

E’ tutto pronto a Roma per la sperimentazione sull’uomo del vaccino ‘made in Italy’ per combattere il coronavirus. All’Inmi Spallanzani dalla mattinata di lunedì 24 agosto si passerà alla fase sperimentale successiva, quella che potrebbe essere una svolta in positivo contro il Covid-19.

L’attesa è tanta e alla struttura di via Portuense saranno presenti anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alla sanità e integrazione Socio-Sanitaria Alessio D’Amato.

Sono stati scelti i 90 volontari, su oltre 7mila che hanno presentato la candidatura, e ora si parte con la prima dose di vaccino. Il progetto, sviluppato insieme all’azienda bio-tecnologica italiana Reithera, è finanziato dalla Regione Lazio con un investimento da 5 milioni di euro insieme al ministero della Ricerca. L’obiettivo è di avere il vaccino in primavera.

“Quello che parte lunedì è uno studio di fase I che ha l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino GRAd-COV2, basato su un vettore adenovirale e rivolto contro il Coronavirus 2 responsabile della sindrome respiratoria acuta grave (Sars-CoV-2). GRAd-COV2 ha dimostrato di essere sufficientemente sicuro ed immunogenico nei modelli animali”, sottolineava l’Aifa in una nota pubblicata lo scorso 31 luglio.

“Lo studio prevede l’arruolamento di 90 volontari sani in due coorti sequenziali (coorte di adulti e coorte di anziani). La coorte degli adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni – ricordava l’Agenzia del farmaco – La coorte degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi. L’arruolamento inizierà dalla coorte 1 e procederà in maniera sequenziale, previa verifica dei dati di sicurezza ai differenti step”.

Dei primi cinque volontari già si conosce l’identikit: si tratta di uomini, di età compresa tra i 31 e i 46 anni, alcuni di loro professionisti. Hanno superato le visite preliminari, e saranno loro i primi a cui verrà iniettato loro il vaccino e se non si osserveranno effetti avversi significativi si passerà al gruppo di volontari successivo, che riceverà una dose più alta. I volontari sono in ogni caso suddivisi in due grandi gruppi, per età: il primo comprende persone tra i 18 e i 55 anni, il secondo dai 65 agli 85.

La sperimentazione della fase 1 “durerà 8-10 settimane mentre in autunno si svolgeranno poi le fasi 2 e 3. Se va tutto bene in primavera avremo il vaccino contro il Covid. Lavoriamo sodo perché ciò accada”, ha sottolineato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, in una intervista alla testata sudamericana ‘Panoramica’.