C’è una parete, nell’ex cava di Ciampino, che è molto ambita. E’ una falesia che da anni i free climber romani utilizzano per praticare il loro sport.
La falesia chiusa
Da qualche settimana la falesia, situata nel parco dell’Appia Antica ma di proprietà privata, è diventata inaccessibile. Lavori in corso ne impediscono l’accesso. Niente arrampicata libera, quindi. Un problema per i tanti cultori della disciplina sportiva che, proprio su quella parete, sono abituati ad incontrarsi.
Una palestra a cielo aperto
“Tra via di Fioranello di via Appia Antica, c’è una rete alta 2 metri – racconta Umberto Silvestri, appassionato free climber – e pertanto non possiamo più accedervi. Ma è lì che è cresciuto il movimento romano. Per noi quella è una palestra all’aperto, ancor più importante ora, per chi vuole fare sport ed è impossibilitato a farlo al chiuso”.
L’ex cava di sampietrino ha un valore quindi simbolico per una disciplina sportiva che, insieme al karate, allo skateboard, al baseball/softball, ed al surfing, rappresenta una delle cinque novità nel programma dello prossime olimpiadi di Tokyo.
Le proteste dei free climber
“In Giappone aspiriamo a salire sul podio. E se ci riusciremo sarà solo per merito di quei ragazzi e quelle ragazze che si allenano sulle rocce sparse nel nostro territorio, come appunto in oltre 30 anni è avvenuto nella falesia di Ciampino – ha dichiarato Silvestri – per questo Chiederemo l’intervento del Comune e del parco dell’Appia Antica”.